Perché l’opinione di Pezzotta sulle corsie ciclabili è sbagliata

Nel programma del candidato sindaco del centro destra Andrea Pezzotta, compare, a pagina 10, un capitolo dedicato alla mobilità. Nelle prime righe si trova un’accusa rivolta all’amministrazione uscente di centro-sinistra, che, in tema di viabilità, si sarebbe «ispirata a criteri più di carattere ideologico che di natura tecnica».

Criticate da Pezzotta sono innanzitutto le «corsie dedicate al pullman elettrico nelle vie Verdi e Garibaldi, che agevolano in maniera irrilevante il trasporto pubblico locale, mentre ostacolano la circolazione degli altri veicoli». La critica mossa da Pezzotta fornisce già la risposta: se anche soltanto le corsie dedicate al trasporto urbano facessero guadagnare pochi secondi a singola corsa, questi secondi sarebbero da moltiplicare per il numero di corse giornaliere e – a lungo termine – sarebbe ben chiaro quale vantaggio ne trae la mobilità pubblica. Mentre non è chiaro quale danno ne derivi per la mobilità privata, che mantiene una propria corsia di circolazione.

Pezzotta accusa poi le corsie ciclabili di non avere alcuna utilità per la sicurezza dei ciclisti e di preferire, invece, le piste ciclabili «vere e proprie». È giusto ricordare che la corsia ciclabile (bike lane) si differenzia dalla pista ciclabile in quanto (da un documento del Governo) è «una parte longitudinale della carreggiata, posta a destra, delimitata mediante una striscia bianca discontinua, valicabile e ad uso promiscuo, idonea a permettere la circolazione sulle strade urbane dei velocipedi nello stesso senso di marcia degli altri veicoli e contraddistinta dal simbolo del velocipede».

È una soluzione adottata da anni all’estero, e sviluppatissima in Nord Europa. Ha tempi di realizzazione ridotti e permette di marcare sulla strada lo spazio di rispetto e tutela del ciclista, a cui deve essere quindi data attenzione e precedenza, ma senza richiedere, a differenza di una pista, uno spazio dedicato; cosa che sarebbe difficile in tante strade di Bergamo, che sono a corsia ristretta. Per semplificare, la corsia ciclabile è un po’ come le strisce pedonali: è zona di transito auto, ma l’automobilista sa di dover prestare attenzione, grazie alla segnaletica di protezione. Non sono dunque definibili «inutili». L’implementazione di queste corsie è avvenuta a Bergamo soprattutto tra il 2021 e il 2022, è stata spesso criticata e le corsie sono state anche definite «pericolose». Ma, numeri alla mano, non lo sono. Nonostante il dato di coloro che scelgono la bicicletta per spostarsi sia in aumento in città da anni, e un sondaggio del 2023 rilevi che questo aumento è addirittura del 38%, il numero degli incidenti che coinvolgono ciclisti, in tutta la città, è stabile dal 2002, e non varia dal 2021, quando sono state implementate le bike lane.

Il grafico mostra i numeri degli incidenti gravi che vedono coinvolti i ciclisti negli ultimi anni (escludendo l’anno della pandemia) e la linea (tratteggiata) che mostra la tendenza di questi incidenti negli anni. Se si restringe il campo, selezionando via Sauro Baioni, tra le prime bike lane della città, gli incidenti sono, dal 2017 al 2023, stabili sul numero di due-tre all’anno. E lo stesso se si considera via Nullo, tra le bike lane più contestate: gli incidenti sono stabili dal 2017 (quando erano due) al 2023 (quando se n’è registrato solo uno), e nessuno di questi è grave.

Pezzotta dichiara inoltre di voler realizzare «porzioni delle piste ciclabili che consentano di collegare fra loro quelle già esistenti».
Ma i cantieri sono già partiti nel 2023.

Si legge poi che Pezzotta stilerà una «una mappatura aggiornata, sia on-line che cartacea, per dare indicazioni precise a chi voglia usare la bicicletta per i propri spostamenti». Ma questa mappa è già online. E il Comune ha implementato il servizio “Google Maps in bicicletta”. Mentre, dal 2022, sono stati posizionati, lungo le ciclabili, 20 totem colorati informativi, che indicano, ad esempio, la distanza dal centro, o dalla stazione, o dai punti di interesse più vicini. Senza l’utilizzo di carta, a vantaggio della sostenibilità.