La risposta completa alle polemiche su Piazzale Alpini
È iniziata da qualche giorno la posa del perimetro fisso che delimiterà Piazzale Alpini e i candidati del centro-destra hanno rilasciato dichiarazioni di disapprovazione nei confronti dell’intervento e dell’attuale amministrazione.
Le dichiarazioni del centro-destra. Andrea Pezzotta, candidato sindaco, dice che «la scelta di chiudere una piazza altro non è che la certificazione, la prova, del fallimento di una certa politica». Arrigo Tremaglia (Fratelli d’Italia) ribadisce che – a distanza di cinque anni – il fatto che ci si trovi «in mezzo ad un altro cantiere» è la «dimostrazione […] che ieri come oggi nulla è cambiato. Non si può privatizzare un luogo pubblico e non si può immaginare di risolvere i problemi dello spaccio e del degrado con un recinto […]. Questa scelta altro non è che la dichiarazione concreta della resa di questa amministrazione».
Una narrazione contradditoria e deleteria. Le dichiarazioni del centro-destra e di Pezzotta ignorano però del tutto i problemi mai risolti del passato, e sono tra loro contraddittorie: da un lato, la delimitazione dello spazio viene presentata come un grave errore, mentre si racconta di Piazzale Alpini come di una piazza prestigiosa, di grande uso pubblico, che verrebbe così sottratta ai suoi cittadini. Dall’altro lato e al contrario, Piazzale Alpini viene descritta come un luogo di totale degrado, allo sbando, su cui questa amministrazione di centro-sinistra avrebbe dichiarato la resa. Da anni, poi, la narrazione di questo luogo che si fa sui giornali o nelle dichiarazioni politiche dell’opposizione è una narrazione cinica, mai costruttiva, che non riconosce quanto è stato fatto di buono in questi anni, né le potenzialità positive di questo spazio.
Un luogo complesso, con le sue criticità. Piazzale Alpini è di certo un luogo complesso, che è caratterizzato da decenni da criticità legate alla sicurezza. Questo avviene per la sua vicinanza alla stazione e perché – non essendo di fatto un luogo di passaggio, chiuso com’è tra una scuola aperta solo in determinati orari e l’Urban Center – rimane “laterale” rispetto al flusso principale che scorre lungo viale Papa Giovanni. Questa sua condizione lo rende particolarmente esposto ad una serie di episodi negativi: dallo spaccio (buona parte degli arresti in questa zona contrasta proprio questo fenomeno), alla presenza di molte persone senza fissa dimora o di stranieri irregolari, con conseguenti risse, di cui hanno parlato anche i giornali. Questa situazione ha portato questo spazio, negli anni, ad essere sempre più percepito dai cittadini come un luogo insicuro.
Ai tempi di Tentorio (e quindi di Pezzotta). Ma questi problemi non sono di certo imputabili alla presente amministrazione. Basti ricordare che nell’agosto 2010 (quattordici anni fa), un articolo de L’Eco sul «degrado» dell’area aveva generato la risposta del sindaco Tentorio (di cui Pezzotta – è importante ricordarlo – era in quel momento assessore all’urbanistica). L’allora sindaco di centro-destra proponeva soluzioni che non ha poi mai concretizzato: una stretta sulla sicurezza in collaborazione con le forze dell’ordine e l’Urban Center come intervento rivitalizzante; Tentorio poi osservava: «Vorremmo che in futuro la mancata assegnazione di piazzale Alpini non si ripetesse più. L’idea infatti è di rivedere le tariffe della zona e di non limitarsi al bando ma di cercare un accordo in trattativa privata». Dunque, il bando per l’assegnazione del piazzale era andato deserto e, dopo l’intervento di asfaltatura in occasione dell’adunata degli alpini nel maggio 2010, nulla era cambiato. L’Eco scriveva, in modo durissimo: «A tre mesi esatti dall’invasione delle penne nere, il piazzale è ricascato nel baratro fra spacciatori, tossici, e balordi di tutti i tipi».
La riqualificazione degli ultimi anni e l’assegnazione. Dai tempi della giunta Gori, invece, qualcosa è cambiato. Il primo passaggio è stata la riqualificazione del piazzale, che si è conclusa nel febbraio 2020, con un intervento che ha permesso di superare la rigidità inziale del luogo, creando «spazi aperti e visuali libere e sicure che consentono di mettere in scena nuovi comportamenti urbani collettivi quali eventi, cinema all’aperto, padiglioni temporanei e mercati rionali». Grazie a questa riqualificazione, è stata sperimentata nei tre anni successivi – a fronte di una totale inattività degli anni precedenti – una nuova e diversa gestione, con l’esperienza promossa da NXT Station. Un’attività che ha registrato per la prima volta in quel luogo oltre 250mila presenze, tra concerti (con artisti importanti), presentazioni, spettacoli e altri eventi: per esempio, la Fiera dei Librai, il Bergamo Film Meeting, le iniziative del Ducato di Piazza Pontida, Comics, il Clamore Festival, il villaggio di Natale.
Una sperimentazione che, anche tenendo conto di questi ottimi risultati, il Comune ha voluto confermare per i prossimi anni, attraverso la pubblicazione nei mesi scorsi di un nuovo bando, chiuso il 29 aprile con la presentazione di un progetto di gestione. Questo risultato è stato determinato anche dalla scelta dell’amministrazione di realizzare una nuova perimetrazione, più decorosa e meno posticcia, che delimiterà l’intera area, in sostituzione di quella provvisoria posizionata in questi tre anni dal gestore. In questo modo, si eviterà di caricare sul nuovo gestore ulteriori costi, rispetto a quelli, piuttosto ingenti, legati al servizio di security e, più in generale, alla conduzione dell’intera area. La perimetrazione è dunque una scelta necessaria, in mancanza della quale, con tutta probabilità, il bando sarebbe andato deserto, proprio come all’epoca di Tentorio e Pezzotta, e sarebbe impossibile mettere in campo qualsiasi soluzione ai diversi problemi che investono l’area.
Tutte le risposte alle polemiche sulla perimetrazione.
- L’amministrazione pensa di aver risolto con una recinzione e con un semplice intervento di arredo urbano i problemi di Piazzale Alpini. No. L’amministrazione sa bene che Piazzale Alpini è un luogo difficile e fortemente condizionato dalla presenza della vicina stazione. Per questo ha concentrato qui una serie di interventi, sia per una riqualificazione dello spazio fisico sia per un suo nuovo utilizzo. Interventi iniziati già nel 2015, con l’assegnazione dell’Urban Center a Bergamo Scienza; proseguiti con l’insediamento dell’InformaGiovani; e poi con le attività promosse sulla piazza stessa tramite un gestore privato. Naturalmente questo non è risolutivo dei problemi che affliggono Piazzale Alpini, anche perché è fondamentale, in tal senso, inquadrarlo in un contesto più esteso, al quale bisogna guardare se si vuole trovare la giusta soluzione. Da qui nasce infatti, parallelamente, quello che è stato messo in campo per la riqualificazione dell’intero scalo ferroviario (progetto di Porta Sud): un piano urbanistico, già partito in questi mesi, con il rifacimento complessivo della stazione, grazie ai 75 milioni di euro previsti da finanziamenti PNRR: fondi arrivati anche grazie al Protocollo sottoscritto nel 2017 e al progetto di trasformazione dello scalo a sud da parte di soggetti privati, individuati da RFI/Sistemi Urbani. Perché non attendere, dunque, Porta Sud, anziché posare la recinzione? Perché Porta Sud, il vero progetto di soluzione a lungo termine, sarà pronto tra qualche anno: e intanto cosa ne sarebbe stato di Piazzale Alpini e degli eventi e delle attività promosse in questi tre anni?
- La piazza non sarà più accessibile ai suoi cittadini. Non è vero. La piazza sarà delimitata, ma i 25 cancelli resteranno aperti dalla mattina presto (si ipotizza dalle 6:30) alla sera (20:00).
- La recinzione è troppo costosa, così come la riqualificazione della piazza. Si stanno sprecando risorse.Si è parlato per la perimetrazione di 800mila euro. Il suo costo, al netto di iva, spese tecniche e opere del verde è in realtà pari a 545mila euro, per un suo sviluppo complessivo di 220 metri lineari. La piazza è costata 1,8 milioni di euro per un’area di 12mila metri quadri, con un costo di 150 €/mq. Per fare dei confronti e capire meglio: per il rifacimento di piazza Pacati a Monterosso è stato investito un milione di euro, per un costo di 287 €/mq, per piazza Carrara di 330 €/mq, per piazza Risorgimento di 331 €/mq, per piazza Dante 312 €/mq. L’investimento è dunque tutt’altro che eccessivo e perfettamente proporzionato ad uno spazio di tali significative dimensioni.
- È sbagliato privatizzare un luogo pubblico. Negli ultimi trent’anni, l’amministrazione Gori è stata – cifre alla mano – quella che più di tante altre si è occupata di generare e riqualificare spazio pubblico, attraverso numerosi interventi sparsi in tutta la città, che hanno trasformato spazi spesso adibiti al transito di automezzi o a parcheggi in zone interamente pedonalizzate e luoghi di nuova socialità (tra gli altri: piazza Mascheroni, piazza Cittadella, piazza Carrara, piazzetta Santa Lucia, piazza Risorgimento, piazza Dante e il nuovo Centro Piacentiniano, piazza De André, piazza Gaber). Non va dimenticato inoltre che molti degli spazi pubblici in città sono affidati, nelle più diverse forme previste dalla legge, a dei privati, che svolgono spesso una funzione di interesse generale. Pensiamo al caso dei dehor per i commercianti, dati in uso anche per nove anni; di Sant’Agata, affidata alla Cooperativa di Città Alta; dell’ex centrale di Daste e Spalenga, guidata da un raggruppamento di diverse associazioni e realtà del terzo settore; dello spazio Edoné, dove opera la società Nutopia.
- La recinzione è brutta. Innanzitutto, la perimetrazione va a sostituire i tralicci provvisori alti tre metri su cui erano tesi grandi teli plastificati, che senza dubbio erano esteticamente più impattanti e inadeguati. In secondo luogo, pur essendo una struttura fissa, ha delle linee leggere e molte aperture. Certo, è una “cancellata”. Ma ci si chiede: stanti le problematiche del luogo, stante il guadagno in termini di socialità che porta, è opportuno farne una questione di gusto? Basata su quali criteri?